La lubrificazione vaginale è un meccanismo fisiologico, particolarmente accentuato nella donna in età fertile, legato essenzialmente alla vascolarizzazione della vagina.
Fisiologia della lubrificazione vaginale
Sebbene le secrezioni vaginali derivino dall’azione di ghiandole specifiche come le ghiandole di Bartolini e le ghiandole di Skene, il primo meccanismo che contribuisce alla lubrificazione della vaginale è la produzione di trasudato.
Questo dato spiega perché molte problematiche di salute interferiscano con la lubrificazione vaginale; ad esempio nelle pazienti con minore elasticità dei vasi sanguigni o con sofferenza degli stessi, come diabete ed ipertensione, aterosclerosi, esiti di radioterapia, si verifica frequentemente una ridotta lubrificazione.
Nella donna la lubrificazione vaginale è la manifestazione fisica dell’eccitazione sessuale.
A loro volta l’eccitazione e la lubrificazione sono strettamente legata alla produzione di alcuni ormoni e neurotrasmettitori; così le condizioni cliniche in cui si verifica una ridotta produzione di estrogeni, ad esempio (gli ormoni femminili prodotti dall’ovaio), si associano a secchezza vaginale.
In alcuni casi non si tratta affatto di patologie ma semplicemente di condizioni fisiologiche; esempi tipici sono la menopausa o l’assunzione di pillole a bassissimo dosaggio di estrogeni.
Anche il testosterone, ormone prodotto dalle ovaie che tende a ridursi drasticamente con la menopausa, ha un ruolo importante nel desiderio e nell’eccitazione. Ancora una volta, quindi, in menopausa possono manifestarsi calo del desiderio e della lubrificazione di conseguenza.
Anche con l’assunzione di alcuni tipi di pillola, per esempio utilizzati per trattare l’acne, il testosterone risulta inibito e quindi le donne provano meno desiderio sessuale.
Ancora, la prolattina, che risulta elevata nel sangue per esempio nel post partum e nell’allattamento, interferisce con il normale desiderio sessuale e lubrificazione.
Vale la pena di ricordare che la prolattina risulta aumentata per l’assunzione di farmaci gastroenterologici.
Molti psicofarmaci vanno invece ad agire sui livelli di dopamina, un neurotrasmettitore che gioca un ruolo fondamentale nell’eccitazione e nel desiderio; ecco che in presenza di terapia farmacologica psichiatrica ci può essere secchezza vaginale.
Naturalmente moltissime problematiche psicosessuologiche possono inficiare la normale funzione sessuale.
La secchezza vaginale viene perlopiù percepita come dolore durante i rapporti penetrativi.
Questo tipo di dolore viene definito dispareunia superficiale.
Nel tempo alcune donne arrivano a sviluppare un vero e proprio vaginismo con impossibilità alla penetrazione e rifiuto totale della stessa.
Per sopperire ad una ridotta lubrificazione vaginale esistono numerosi prodotti, locali o da assumere oralmente, siano essi integratori o farmaci.
Qui parleremo della prima linea di intervento, i lubrificanti vaginali.
Esistono moltissimi tipi di lubrificanti
Attualmente sul mercato sono disponibili moltissimi tipi di lubrificante vaginale, alcuni maggiormente terapeutici altri invece prevalentemente pensati a scopo ludico. Vediamoli:
• A base acquosa: Sono più delicati sulle mucose e compatibili con sex toys e preservativi, inoltre sono commestibili. Svantaggio: tendono ad asciugarsi rapidamente e non sono efficaci in acqua (doccia, mare etc)
• A base di vaselina quindi oleosa: sono più persistenti ma non sono compatibili con i preservativi in lattice, mentre sono utilizzabili con i preservativi in vinile. Il rischio di rottura del preservativo può essere elevato con relativi rischio correlati a gravidanze indesiderate ed a malattie sessualmente trasmesse
• A base di silicone: sono i più recenti, hanno ottime texture e persistenza, è meglio non utilizzarli con il preservativo di lattice ma NON vanno applicati sui sex toys che ne verrebbero danneggiati
• Misti, a componente acquosa e siliconica
Al di la’ della componente di base, i lubrificanti possono possedere delle proprietà specifiche per andare incontro alle esigenze dei clienti.
Esistono, ad esempio, lubrificanti ritardanti.
A questo riguardo sono necessarie alcune precisazioni; i più comuni lubrificanti ritardanti contengono lidocaina, un anestetico locale che desensibilizza il glande.
In questo caso, la ridotta sensibilità può riguadare anche la vagina, in assenza di preservativo.
Ulteriore svantaggio: talvolta la ridotta percezione può portare a perdita dell’erezione. E’ piuttosto discusso, in effetti, l’impiego di lubrificanti ritardanti negli uomini affetti da eiaculazione precoce.
In commercio esistono lubrificanti ritardanti a base di estratti naturali come olio di cocco o olio di ricino, tuttavia in entrambi i casi vengono impiegati dei solventi potenzialmente dannosi per la delicata mucosa del pene.
Ancora, in commercio sono disponibili lubrificanti ad azione stimolante per entrambi i partner. Il meccanismo di fondo è la vasodilatazione che permette un maggiore afflusso di sangue al glande e a clitoride/labbra nella donna. Le componenti più diffuse sono caffeina o peperoncino.
Negli ultimi anni sono stati commercializzati lubrificanti a base di Cannabis Sativa, che presenta sia proprietà vasodilatanti sia idratanti.
La penetrazione anale richiede lubrificanti con Ph non acido, a differenza della penetrazione vaginale: il rischio è di incorrere in sensazione di dolore e bruciore.
Attenzione agli ingredienti
Acido citrico ed urea possono essere irritanti sulle mucose.
I parabeni sono stati associati a disordini endocrini e probabilmente a tumori, meglio evitarli.
Chi è celiaco dovrebbe astenersi dall’utilizzare lubrificanti contenenti vitamina E (tocoferolo) perché può essere stato ricavato da glutine.
Gli anestetici locali possono desensibilizzare l’ano durante i rapporti anali impedendo di riconoscere una situazione potenzialmente rischiosa.
E’ utile fare attenzione ad oli essenziali vasodilatanti ma irritanti come il mentolo.
In generale i minerali derivati dal petrolio, come la vaselina, la glicerina, il benzene, non dovrebbero essere impiegati perché possono portare ad un effetto opposto a quello desiderato: secchezza delle mucose.
Il consiglio è quindi di non acquistare con leggerezza un lubrificante vaginale o anale ma al contrario di leggere attentamente la composizione che obbligatoriamente deve comparire sulla confezione.
Marina Cortese