L’acne riguarda il 30% della popolazione tra i 15 ed i 20 anni; è un’infiammazione dei follicoli pilo-sebacei derivante dalla formazione di comedoni che impediscono il normale deflusso del sebo. Gli acidi grassi sebacei si infettano e compare il pus tipico dell’acne.
Alcuni comportamenti contribuiscono a peggiorare l’acne: l’uso di creme e fonditinta, i frequenti lavaggi con sapone, un’alimentazione ricca di grassi ed ipercalorica, le pulizie del viso.
In alcuni casi l’acne è manifestazione clinica di una condizione clinica: l’ovaio policistico (il 70% delle donne con ovaio policistico ne soffre).
Questa situazione si associa a maggiore produzione di ormoni maschili (da parte dell’ovaio e del surrene) con conseguente iperproduzione di sebo.
In quest’ultimo caso la pillola rappresenta un’ottima terapia.
A differenza delle terapie antibiotiche a lungo termine, che favoriscono non solo resistente batteriche ma anche cadidosi vaginali, la pillola (escluse le condizioni di controindicazione assoluta) risulta maneggevole: ha effetto addirittura protettivo su alcuni tipi di neoplasie (colon, ovaio ed utero), mette a riposo l’ovaio, ha effetto contraccettivo, riduce il dolore mestruale, la sindrome premestruale e l’abbondanza dei flussi mestruali.
Sarà necessario naturalmente selezionare i tipi di pillola con azione antiandrogenica: in particolare i progestinici maggiormente indicati sono il dienogest, il drospirenone, il clormardinone acetato.
Quindi in caso di acne dovrebbe essere indispensabile una valutazione ecografica dell’ovaio, per poter scegliere la terapia più efficace.
Marina Cortese